RIGASSIFICATORE: IL NOSTRO NO ARRIVA IN SENATO, INTERROGAZIONE DEI SENATORI DEL MOVIMENTO 5 STELLE
<<Lo abbiamo detto e ribadito più volte, e fin da subito, che non ci saremmo fermati alle parole, la nostra opposizione alla realizzazione del rigassificatore a Rosignano è stata chiara e trasparente fin dall’inizio, come pure la nostra volontà di fare qualsiasi cosa sia in nostro potere per fermare questo progetto che rappresenta una tomba lo sviluppo turistico e una minaccia per la sicurezza e la salvaguardia del nostro territorio. Ci siamo immediatamente attivati, fin dallo scorso gennaio, per informare i cittadini, pubblicando sulla stampa la nostra ferma opposizione al progetto e chiedendo immediatamente che il sindaco informasse i cittadini di quanto stava accadendo e siamo stati i primi a dichiarare pubblicamente la nostra contrarietà>> spiega il capogruppo del M5S Rosignano Elisa Becherini.
<<Successivamente, abbiamo aderito e collaborato con il Comitato “No Rigassificatore”, che raccoglie varie realtà civili e sociali del nostro Comune, mantenuto una costante opposizione al progetto in consiglio comunale, attivandoci anche per portare le nostre istanze e quelle del territorio prima in Regione, attraverso la pronta e preziosa collaborazione dei nostri portavoce consiglieri del M5S Toscana, con lo svolgimento di un incontro pubblico per i cittadini, per poi arrivare in Parlamento con l’interrogazione firmata e presentata dai Senatori del Movimento 5 Stelle Gianni Girotto, Sara Paglini, Laura Bottici, Daniela Donno, Mario Michele Giarusso, Gianluca Castaldi, Enrico Cappelletti, Sergio Puglia, Vincenzo Santangelo e Nicola Morra>> prosegue Francesco Serretti.
Mario Settino: <<Il M5S è l’unica forza politica che non ha avuto alcuna esitazione a denunciare tutte le criticità di questo progetto e qualsiasi altro che preveda la costruzione di un rigassificatore a Rosignano e quindi la necessità di bloccarne la sua realizzazione, e continueremo in questa direzione nella speranza che un numero sempre più grande di persone si unisca al fronte di coloro che già adesso comprendono quanto sia importante partecipare uniti e compatti verso lo stop di questo progetto. Noi ci siamo, prima di ogni altra cosa siamo cittadini e come tali dobbiamo tutti far sì che la voce più importante su ogni tema che riguarda il nostro territorio sia la nostra e non quella di chi vuole solo ed unicamente sfruttarlo>>
SEGUE IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERROGAZIONE FIRMATA DAI SENATORI DEL MOVIMENTO 5 STELLE E IL LINK ALLA PAGINA UFFICIALE DEL SENATO CONTENENTE L’INTERROGAZIONE:
GIROTTO , PAGLINI , BOTTICI , DONNO , GIARRUSSO , CASTALDI , CAPPELLETTI , PUGLIA , SANTANGELO , MORRA – Ai Ministri dello sviluppo economico e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. –
Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:
nel 2002 la Edison ha presentato un progetto che prevede la realizzazione di un terminale di rigassificazione GNL (gas naturale liquefatto) nell’area industriale di Rosignano (Livorno), attivando la relativa procedura di richiesta all’allora Ministero delle attività produttive per la concessione alla costruzione e all’esercizio;
successivamente alla pronuncia positiva di compatibilità ambientale, avvenuta nel dicembre 2004 da parte del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, è stata individuata dalla società una variante al progetto, al fine di armonizzarlo alle osservazioni pervenute da parte delle amministrazioni regionali e comunali. La prima variante prevedeva la costruzione del terminale GNL all’interno dell’attuale perimetro dello stabilimento Solvay, oltre all’interramento delle tubazioni di scarico GNL tra la radice del pontile ed il terminale GNL, al fine di migliorare il livello di sicurezza e riducendo l’impatto visivo. Il progetto “Variante Progetto Rosignano” ha ottenuto la pronuncia positiva di compatibilità ambientale nel novembre 2010 ed il nulla osta di fattibilità nell’ottobre 2006;
in data 22 dicembre 2015, Edison presenta agli enti locali, alla Regione ed al Ministero competente una “revisione alla Variante Progetto di Rosignano”, caratterizzata da specifiche e significative modifiche che comportano, qualora venissero autorizzate, l’eliminazione della rilocalizzazione e realizzazione di un nuovo serbatoio e dello stesso rigassificatore di etilene. Infatti, nell’area in cui era previsto il serbatoio di etilene, nel nuovo progetto, viene previsto l’inserimento di un sistema di pensiline di caricamento autocisterne. Viene inoltre prevista la possibilità di effettuare il carico di bettoline con GNL presso il pontile;
relativamente al terminale GNL, nella sua configurazione finale, il nuovo progetto prevedrebbe la realizzazione di un terminale di stoccaggio e rigassificazione del GNL, di capacità di rigassificazione, pari a circa 8 miliardi di metri cubi standard all’anno di gas naturale, localizzato nel perimetro sud del complesso industriale Solvay, su una superficie di 14 ettari, in un’area adibita a stoccaggio combustibili ed attualmente classificata a destinazione d’uso industriale. È previsto, inoltre, l’adeguamento dell’esistente pontile Solvada tramite allungamento di circa 430 metri e la realizzazione della piattaforma di ormeggio, in modo da garantire l’attracco e lo scarico di navi metaniere, di capacità fino a circa 140.000 metri cubi, la realizzazione delle linee di trasferimento GNL dal pontile ai serbatoi di stoccaggio da posarsi interrate lungo il percorso, la realizzazione di una stazione di caricamento GNL su autocisterne e la realizzazione di un sistema di caricamento GNL su bettoline;
l’infrastruttura sarebbe stata progettata: per svolgere le funzioni di accosto e ormeggio delle navi metaniere e delle bettoline al pontile Solvada, per lo scarico delle navi metaniere ed invio del GNL ai serbatoi di stoccaggio a terra, per lo stoccaggio del GNL ricevuto per la rigassificazione del GNL; per misura ed invio del gas naturale, ottenuto dalla rigassificazione del GNL, alla rete di trasporto e distribuzione metano Snam Rete Gas; per il carico delle bettoline con GNL proveniente dai serbatoi di stoccaggio a terra;
per la proponente, il gas verrebbe immesso nella rete regionale Snam Rete Gas. Gli impianti dovrebbero essere mediamente in marcia il 95 per cento circa delle ore annue e la capacità citata corrisponderebbe ad una portata media di gas prodotto pari a 915.000 metri cubi standard all’ora. Il terminale sarebbe stato progettato per accogliere navi metaniere aventi capacità massima di circa 140.000 metri cubi ed una portata di scarico massima pari a 12.000 metri cubi all’ora. Il terminale sarebbe infine stato progettato per accogliere una stazione di caricamento GNL su autocisterne. È stato ipotizzato un numero medio giornaliero pari a 20 autocisterne;
considerato che:
dopo 4 anni di continue e significative flessioni, i consumi di gas naturale italiani nel 2015 sono tornati a crescere, segnando un aumento del 9 per cento sul 2014. Tuttavia, i livelli di consumo totali sono ancora inferiori a quelli del 1998. Secondo le elaborazioni della rivista “Staffetta Quotidiana” sui dati di Snam Rete Gas, nell’anno 2015, in Italia si sono consumati 66,9 miliardi di metri cubi, oltre 5,5 miliardi in più rispetto al 2014, ma 2,5 in meno rispetto al 2013 e oltre 19 miliardi in meno (il 22,4 per cento) rispetto al massimo storico del 2005;
secondo i dati pubblicati dall’Unione petrolifera dal 2000 al 2014, i consumi di prodotti petroliferi sono diminuiti del 38 per cento, pari a 36 milioni di tonnellate;
rispetto alle indicazioni contenute nella “strategia energetica nazionale” del marzo 2013 gli attuali dati statistici fanno emergere un quadro chiaro di riduzione dei consumi di gas, accentuato dalla crisi economica e finanziaria, dall’incremento della generazione da fonti rinnovabili e degli interventi di efficientamento e risparmio energetico;
il progetto non è considerato nel “Documento di consultazione per una Strategia nazionale sul GNL” del giugno 2015, predisposto nell’ambito della stesura dal parte del Ministero dello sviluppo economico del “Piano strategico nazionale sull’utilizzo del GNL in Italia”;
dai dati del Ministero dello sviluppo economico, emerge che il rigassificatore OLT di Livorno, realizzato a pochi chilometri di distanza dal progetto, funziona marginalmente. Nel corso degli anni 2014 e 2015 l’OLT ha funzionato solamente nel mese di dicembre, con una capacità di 60 milioni di metri cubi, in modo sottoutilizzato, rispetto alla capacità di rigassificazione, pari a 3,75 miliardi di metri cubi all’anno (che corrispondono circa al 4 per cento dell’intero fabbisogno nazionale), con una capacità massima di rigassificazione di 15 milioni di metri cubi al giorno e una capacità di stoccaggio di 137.500 metri cubi di GNL. Seppure sottoutilizzato, la redditività economica e finanziaria del rigassificatorre OLT regge sul meccanismo di incentivazione definito “fattore di garanzia”, con il quale si garantisce una remunerazione certa alla OLT, coperta con risorse prelevate dalla bolletta dei consumatori di gas;
considerato inoltre che, a quanto risulta agli interroganti:
nell’area adiacente al terminale è presente l’insediamento produttivo della Solvay chimica Italia SpA soggetta a rischio rilevante (“Seveso Ter”) ai sensi del decreto legislativo n. 238 del 2005, che ha recepito la direttiva 96/82/CE, come modificata dalla direttiva 2003/105/CE ed introdotto importanti modifiche al decreto legislativo n. 334 del 1999;
la finalità delle disposizioni sono quelle di prevenire gli incidenti rilevanti connessi all’uso di determinate sostanze pericolose e limitarne le conseguenze per l’uomo e per l’ambiente. I gestori di depositi e impianti in cui vengono stoccate o impiegate, nonché generate, in determinate quantità, sostanze pericolose, oltre a valutare i rischi devono adottare tutte le precauzioni finalizzate ad evitare il verificarsi di incidenti e a mitigare le conseguenze, qualora essi dovessero verificarsi. Uguali obblighi sono previsti per la presenza in stabilimento di preparati pericolosi;
a parere degli interroganti la realizzazione del terminale, anch’esso soggetto alla disciplina sugli incidenti rilevanti, incrementerebbe il carico dei rischi sulla popolazione umana con un ampliamento esponenziale dei pericoli sul territorio;
considerato altresì che:
il piano di azione del Consiglio europeo, denominato “Una politica energetica per l’Europa” ha fissato, con le “tre 20”, una riduzione dei consumi energetici del 20 per cento al 2020, rispetto al dato tendenziale calcolato per quell’anno. L’obiettivo è stato poi ripreso, a livello nazionale e trasferito alle regioni, attraverso il cosiddetto burden sharing, che consiste nell’assegnazione di quote percentuali di incremento della produzione di energia prodotta da rinnovabili;
il PAER (piano ambientale ed energetico regionale), approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 10 dell’11 febbraio 2015, pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Toscana n. 10, parte I, del 6 marzo 2015, stima un consumo energetico della Toscana al 2020 di 9.429 ktep, stima che tiene conto delle politiche sull’efficienza. Di questo fabbisogno lo stesso piano prevede che, almeno il 16,5 per cento, sia riferito a consumo di energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili (767 ktep da rinnovabili elettriche; 787 ktep da rinnovabili termiche). Il documento regionale di programmazione energetica afferma: “Sul fronte della produzione energetica diversa dalle rinnovabili, il problema principale rimane quello del futuro delle due centrali Enel di Livorno e di Piombino. La riduzione dei consumi unita alla crescita esponenziale della produzione di energia elettrica da rinnovabili ha fatto venire meno le funzioni di regolazione e copertura dei picchi di consumo assicurate negli anni dalle due centrali. Il regime autorizzatorio ha poi determinato una concreta riduzione delle capacità produttive dei due impianti”;
il capitolo 2 del PAER, relativo alla struttura del PAER nell’ambito degli obiettivi generali e i progetti speciali, al paragrafo “A3-Aumentare la percentuale di energia proveniente da fonti rinnovabili” si è espresso, anche nel merito delle infrastrutture di GNL nell’ambito regionale, considerando il rigassificatore di Rosignano “abbandonato dal proponente a causa della crisi economica che ha reso l’investimento non più vantaggioso”;
nel PAER della Regione Toscana è specificato l’interesse alla realizzazione “del metanodotto algerino Galsi, che approderà sulla costa di Piombino. La capacità di 8 miliardi di smc di gas metano sommati a quelli del rigassificatore offshore fanno” della Toscana “uno dei principali hub del gas metano nazionali”;
considerato infine che, per quanto risulta agli interroganti:
il piano del paesaggio della Regione Toscana, alla scheda di ambito n. 08 “Piana Livorno-Pisa- Pontedera”, recante indirizzi per le politiche, ritiene che, al fine di tutelare e riqualificare il paesaggio costiero, con particolare riferimento alla costa di Livorno fino ad Antignano, e ai tratti di costa, compresi tra Marina di Pisa e Calambrone, e tra Rosignano Solvay e Mazzanta (con le relative pianure retrodunali), è necessario: promuovere lungo la costa azioni volte a prevenire nuovi carichi insediativi, tutelando e riqualificando il paesaggio costiero; conservare e riqualificare le residuali morfologie ed ecosistemi dunali; migliorare i livelli di sostenibilità ambientale del turismo costiero e delle strutture a esso collegate; ostacolare i processi di erosione costiera e la diffusione di specie vegetali aliene, anche indirizzando, in tal senso, la gestione degli arredi verdi, pubblici e privati, in aree costiere; promuovere iniziative volte a salvaguardare il patrimonio insediativo di valore storico-identitario, con particolare riferimento all’impianto urbanistico litoraneo ottocentesco di Marina di Pisa, alle colonie pubbliche e alle strutture sociosanitarie di Calambrone, al complesso delle fortificazioni costiere, delle torri di avvistamento e dei castelli e le relative discese a mare, che caratterizzano il litorale roccioso tra Antignano e Castiglioncello;
il piano del paesaggio, alla scheda di ambito 08-obiettivi di qualità, indica che “nella programmazione di nuovi interventi è necessario: indirizzare la pianificazione delle grandi piattaforme produttive e logistiche in modo da assicurare la coerenza anche paesaggistica degli insediamenti evitando la dispersione incrementale di ulteriori lotti, favorendo progetti di conversione, riqualificazione e riuso delle strutture industriali dismesse o in via di dismissione. Tale indirizzo è prioritario per il porto, il retroporto e l’interporto di Livorno, l’area produttiva lungo il canale dei Navicelli, l’area industriale di Pontedera, l’area industriale Solvay di Rosignano”,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;
se non ritengano che il progetto Edison preveda un’infrastruttura inutile o sottoutilizzata, con costi di funzionamento, che potrebbero ricadere sulla bolletta energetica della collettività;
se risultino eventuali collegamenti tra il progetto algerino Galsi e la descritta proposta avanzata da Edison;
se non ritengano che il progetto Edison sia in contrasto con la pianificazione regionale, con particolare riferimento al piano del paesaggio della Regione Toscana che riconosce, all’area in esame, una vocazione prevalentemente turistica.