INCONTRO PUBBLICO SUL PROGETTO DI GASSIFICATORE A ROSIGNANO
La nuova trovata dell’industria dei rifiuti si chiama “gassificatori”: si tratta di inceneritori sotto falso nome, che l’Unione Europea si è rifiutata di sostenere e finanziare. Se ne parlerà venerdì 27 gennaio alle ore 21.00, nella sala Dino Agostini di VILLA PERTUSATI a Rosignano Marittimo in un incontro organizzato da Coordinamento Provinciale Rifiuti Zero di Livorno e ospitato dai gruppi consiliari di Rosignano nel Cuore e Movimento 5 Stelle.
Saranno presenti Rossano Ercolini, presidente di Zero Waste Europe, Stefano Tamburini, giornalista ex direttore del Tirreno, Marco Cardone del comitato “Trasparenza per Empoli” e rappresentanti delle Mamme di Empoli.
La Toscana non ha bisogno di questa tipologia di impianti: la raccolta differenziata ed il riciclo continuano ad aumentare; e perché non pensare quindi a sviluppare la filiera pulita del riciclo, del riuso e delle nuove tecnologie di riprogettazione dei materiali? Con la creazione di molti più posti di lavoro, tutelando l’ambiente e la salute dei cittadini.
Il 31 marzo 2022 il Sindaco di Rosignano ha annunciato il progetto da 440 milioni di euro, parlando espressamente di tecnologia “green”. In realtà l’impianto produrrebbe energia e combustibili a partire da fonti fossili, in particolare da rifiuti plastici e da metano, e quindi sarebbe tutt’altro che green.
Un impianto analogo a quello proposto pochi mesi fa a Terrafino, nel comune di Empoli; ma i cittadini e la sindaca di Empoli, preoccupati dalla mancanza di risposte alle tante osservazioni, hanno manifestato la loro netta contrarietà alla realizzazione dell’impianto.
Tanti gli aspetti preoccupanti:
• non esiste al mondo nessun impianto funzionante con le stesse caratteristiche e quelli realizzati in Europa con la stessa tecnologia sono fermi per problemi di varia natura;
• l’impianto sarebbe destinato a trattare grandi quantità di rifiuti indifferenziati, scoraggiando di fatto il sistema di “economia circolare” basato su raccolte differenziate di qualità e tassi di riciclo elevati;
• al contrario di quanto dichiarato dai proponenti, presenterebbe emissioni in ambiente, consumi energetici, uso di combustibili fossili e di risorse idriche molto elevate ed impattanti;
• ricadrebbe nella cosiddetta normativa “Seveso III bis”, relativa alla prevenzione ed al controllo dei rischi di incidenti rilevanti;
• l’impianto avrebbe inoltre un costo molto elevato, in gran parte a carico della collettività, che dovrà oltretutto sostenere il pagamento di una elevata tariffa di conferimento dei rifiuti.