Il M5S non si arrende !!! In coerenza agli impegni assunti col nostro program…
Il M5S non si arrende !!!
In coerenza agli impegni assunti col nostro programma elettorale nei confronti dei cittadini del Comune di Rosignano, abbiamo presenziato alla seduta del consiglio provinciale di martedì 10 giugno, l’ultima tenutasi da consiglieri eletti 5 anni fa con le vecchie regole, ad oggi ufficialmente decaduti, nella quale veniva discussa per l’appunto la delibera di approvazione definitiva del paerp provinciale, più noto come “piano cave”.
Riguardo a questo atto, come gli elettori ricorderanno, il nostro programma prevedeva il “no alla cava del Gozzone”, in quanto, a nostro giudizio….Perché è un progetto è fuori tempo.
Perché l’area del Gozzone è ubicata in un contesto esclusivamente agricolo caratterizzato da una realtà economica consolidata ed in espansione, in piena fase di evoluzione verso un nuovo modello di agricoltura sostenibile ed in equilibrio con l’ambiente.
Perché dilapidare il patrimonio rappresentato dai nostri terreni fertili mette a repentaglio una delle risorse pregiate del nostro territorio e della nostra comunità.
Perché una notevole parte della zona è classificata dallo stesso regolamento come area di pregio paesaggistico.
Perché l’eventuale apertura del sito vanificherebbe l’investimento effettuato negli anni 2004-2009 proprio dalla Provincia di Livorno nell’ambito del progetto “Ippovie del Mediterraneo” finanziato con fondi europei. A titolo di memoria il progetto Ippovia venne ampliamente pubblicizzato all’epoca dalla Provincia di Livorno in questo modo: “percorso naturalistico immerso tra i boschi ed il paesaggio della costa toscana che, attraversando antichi borghi medievali, si sviluppa per oltre 200 km dal Parco regionale di San Rossore Massaciuccoli al Parco regionale della Maremma. Il percorso è servito da aziende agrituristiche specializzate ed attrezzate per l’accoglienza e le necessità di cavalieri e cavalli”.
Questo percorso, nato per la valorizzazione delle aree protette terrestri, costeggia, dall’alto, con visione panoramica, esattamente il sito estrattivo Gozzone.
Dopo mesi di scontri, manifestazioni, dibattiti in tutte le sedi politiche ed istituzionali, il piano cave era stato adottato con “riserva” con deliberazione di consiglio provinciale nel gennaio scorso, in quanto, con apposita mozione introdotta in delibera, l’ente si impegnava ad avviare “una valutazione generale” dalla quale sarebbe dipeso il mantenimento o meno del sito Gozzone nel piano cave.
Citando testualmente la delibera “gli approfondimenti e le valutazioni indicate così come le risposte alle osservazioni saranno propedeutiche al mantenimento del sito di cui sopra come prescrizione localizzativa all’interno del piano in fase di approvazione”.
Proprio al fine di fornire gli elementi chiarificatori necessari avevamo inoltrato le nostre osservazioni, rilevando, per parte nostra, come il mantenimento della nuova cava Gozzone nel piano cave avrebbe vanificato oltre un decennio di politiche comunali tese a preservare l’agricoltura, l’ambiente ed il turismo dell’ultima parte di territorio comunale non ancora stravolto da industria od urbanizzazione, oltre ad evidenziare tutta una serie di insufficienze documentali in fase istruttoria e motivi di inopportunità.
A riprova di quanto la questione fosse partecipata dalle più svariate categorie di cittadini, dalle aziende agricole ed agrituristiche alle associazioni di categoria agricole, dalle organizzazioni ambientaliste ai privati residenti o meno in zona, in merito al solo sito Gozzone sono state depositate più di 40 altre osservazioni, tutte evidenzianti l’insussistenza dei presupposti sulla base delle quali era stato inserito nel piano, richiedendone pertanto l’eliminazione.
Lo stesso Comune di Rosignano, nella persona del Sindaco neorieletto Franchi, ha chiesto di fatto l’eliminazione di quella previsione, riconfermando (testualmente) “le valutazioni effettuate nella propria deliberazione n. 240, cioè divieto di apertura del nuovo sito estrattivo”, evidenziando con deliberazione di giunta n. 72 del 25/3/2014, il contrasto fra le politiche del territorio fin qui perseguite dall’amministrazione comunale e le scelte operate dalla provincia.
Dalla lettura dei documenti con i quali gli uffici tecnici della provincia hanno risposto a tutte queste osservazioni, avevamo notato come a tutti i rilievi mossi, di forma, di opportunità, di insufficienza della documentazione tecnica costituente il piano, dai parte dei tecnici provinciali incaricati del loro esame non venisse data alcuna risposta, pur essendo state ben comprese, come dimostra la corretta sintesi di “oggetto delle osservazioni e/o proposte” riportata su di essi.
Nessuna risposta nel merito veniva data; nessuna motivazione al riguardo del non accoglimento.
Ogni osservazione veniva, a firma del dirigente responsabile, semplicemente respinta con un’unica formula valida per tutti.
Questi documenti, pubblicati sull’albo pretorio provinciale, sono allegati alla delibera di giunta comunale n. 61 adottata il giorno 26 maggio u.s., poche ore dopo la chiusura delle urne.
Martedì mattina, in un’aula consiliare gremita di cittadini che hanno assistito all’intero dibattito, tanto i consiglieri di minoranza che quelli di maggioranza avevano lamentato il fatto che, non essendo stati gli atti valutati e sintetizzati definitivamente dalla 3^ commissione consiliare, peraltro mai convocata, i consiglieri non avevano la piena conoscenza di ciò che si apprestavano a votare, e manifestavano tutte la loro perplessità.
In questo clima, in un’assemblea consiliare ridotta di 1/3 dei componenti stanti le numerose assenze, in particolare nelle file del pd, sono state votate una per una le 73 osservazioni presentate al piano cave provinciale, con un procedimento curioso: di ognuna veniva letto dal presidente solo il nome del presentatore ed il parere dell’ufficio: non l’oggetto dell’osservazione, cioè cosa veniva realmente posto in discussione.
Ciononostante sono state votate, avallando così politicamente il respingimento d’ufficio senza motivazione.
L’esito della votazione, su 19 votanti 14 favorevoli dei quali 11 di maggioranza, è l’inequivocabile dimostrazione che questo piano cave, le cui previsioni dovranno ora venire obbligatoriamente, pena il commissariamento delle amministrazioni inadempienti, inserite nei regolamenti urbanistici dei singoli comuni interessati entro il termine massimo di cinque mesi è stato imposto alle amministrazioni locali da un elite di consiglieri ormai a fine mandato, molti dei quali non riconfermati presso altre amministrazioni.
Come movimento, oltre a denunciare pubblicamente le modalità di approvazione di un atto che ha tutti i caratteri di un ignobile colpo di mano all’ultimo minuto, chiediamo fin da ora espressamente ad Alessandro Franchi, neoriconfermato sindaco del Comune di Rosignano Marittimo, di tutelare la sua comunità ed il suo operato in continuità col precedente mandato, in merito alla promozione economica e valorizzazione agricolo-turistico-ambientale dei territori collinari, impugnando legalmente in tutte le sedi, finanche tramite ricorso al Tar, la deliberazione ieri votata in consiglio provinciale di approvazione definitiva del piano cave provinciale.
Come impegno nei confronti dei cittadini, porteremo la questione al centro del dibattito consiliare.
Movimento 5 stelle Rosignano
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eccoci invece sul Tirreno…. ed è proprio così: non ci fermeremo! Non ci arrenderemo di fronte a questo vero e proprio insulto!