Ordinanza del Comune sulla repressione dei cani
Dal modo in cui ci comportiamo con gli animali si riconosce il grado di sviluppo della nostra società.
Il cane e il gatto sono parte integrante della famiglia italiana, anzi molte volte sono gli unici dispensatori di sentimenti veri.
Fanno notizia i testamenti di vecchie signore che lasciano tutti i loro averi a cani e gatti; un pò meno, se non nessuna notizia, fa l’abbandono di un cane o di un gatto.
L’abbandono del miglior amico dell’uomo, in questi giorni di crisi, è diventato così di routine, che è meglio non segnalarlo su nessuno straccio stampato o telebugia proiettata. Anche il fenomeno del randagismo e dell’abbattimento dei randagi passa in sordina. In tempi di crisi quando è in gioco il destino dell’uomo, chi si può interessare al destino dei cani randagi?
In questi tempi di politica randagia, non si può parlare della soppressione della vita dei cani. Si potrebbe essere assaliti dal politico di turno, travestito da sindaco del paese o assessore. Perché i politici, dopo aver fatto di tutto per ridurre la popolazione in uno stato di povertà e abbandono totale, non vogliono essere distratti dalla soluzione del problema che loro stessi hanno causato.
Costruire un canile per i cani randagi, per i nostri politici è semplicemente spreco di denaro pubblico, quando si sa come sono bravi a sprecarlo in forma di elargimenti ad amici e compari di partito, attraverso consulenze e stipendi gonfiati.
Con lo stop alle consulenze e un decurtamento dello stipendio degli amministratori del Comune e delle sue aziende controllate, si possono trovare i soldi per la costruzione di un canile e per il suo mantenimento.
E se ne affidano la gestione a una associazione di animalisti, anziché agli amici o agli amici degli amici, il canile potrebbe addirittura funzionare bene e creare posti di lavoro.
Piuttosto che concedere la licenza ad uccidere ai cacciatori, si può fare un censimento dei loro cani e controllare qual è il trattamento a loro riservato dai cacciatori.
Con un serio censimento avremo meno cani randagi in giro e meno casi di maltrattamenti agli animali.
Ma chi ha voglia di parlare ai nostri sindaci su questi temi? Hanno i paraorecchie. Non ti puoi neanche avvicinare agli amministratori scelti dalla politica, sono semplicemente sordi.
Io voglio parlare alla gente, attirare la loro attenzione per sollecitare un pò più di umanità verso i nostri migliori amici cani.
“Più conosco gli uomini e più apprezzo gli animali”, diceva Totò.